Le mie gioie terribili by Ferrari Enzo

Le mie gioie terribili by Ferrari Enzo

autore:Ferrari, Enzo [Ferrari, Enzo]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Correre per il futuro

Quante volte, e particolarmente nelle polemiche che seguono agli incidenti di corsa, si parla e si discute sulla utilità dell’agonismo automobilistico, sulle sue ragioni d’essere. Ebbene, proverò a rispondere io. Le ragioni per le quali si corre, le ragioni per le quali fabbrichiamo macchine da corsa, sono quattro: tecniche, sportive, politiche, morali. Non dico che siano tutte buone ragioni: per esempio quelle politiche possono non essere buone. O forse non sono né buone né cattive. Comunque, queste sono le quattro ragioni, i quattro motivi, per cui in tutto il mondo evoluto si sono costruite macchine per correre fin dagli inizi dell’era automobilistica.

Per quanto riguarda le questioni tecniche, è risaputo che le corse sono utili perché stimolano il progresso tecnologico. Ogni tanto si sente ancora qualcuno affermare il contrario, ma io credo che un tale giudizio sia dettato da non conoscenza del problema oppure da una sorta di opportuno snobismo. Questo è il caso, per esempio, che potrebbe spiegare l’atteggiamento della Volkswagen, la quale per bocca del suo presidente affermava che le corse sono inutili. Tutti sanno che la Porsche è della sua stessa famiglia, che Porsche e Volkswagen hanno la medesima origine e che la Porsche, correndo nelle categorie Sport, Gran Turismo, Prototipi e un tempo anche in Formula 1, non solo accumula una esperienza tecnicamente importante, ma sviluppa una propaganda assai efficace per l’intera produzione tedesca. Così come aveva fatto, anni fa, la Mercedes. E con quali risultati positivi si è visto, ieri come oggi, anche se restano tedeschi in tutto. Anche per i piloti, non si creano problemi e nessuno glieli pone. Il loro scopo è avere sempre il meglio a qualunque costo per il risultato che intendono raggiungere. Senza tener conto delle varie nazionalità. Perché, poi, faranno ricordare solo le loro macchine che vincono.

A proposito, penso che sia interessante riportare le parole dell’ingegner Rudolf Uhlenhaut, della casa di Stoccarda, pronunciate al congresso dei tecnici delle automobili Sport a Bristol, nel 1962: «I fabbricanti che costruiscono vetture sportive possono raggiungere un più rapido progresso tecnico in quanto il progettista può arrischiarsi ad applicare nuove idee molto avanzate, ciò che non può fare per un progetto di una vettura da turismo, studiato per la produzione in grande serie». Al medesimo congresso, l’ingegnere Lampredi disse che per progettare i motori delle vetture Fiat si era rifatto alle esperienze compiute quale capoprogettista alla Ferrari tra il 1946 e il 1955 e che si era ispirato alla tecnica dei motori Grand Prix: era la dimostrazione migliore, disse, di quanto contasse l’esperienza fatta su nuove vetture da turismo.

La Ford ha ritirato la propria adesione a un cartello anticorse che era stato formato anni fa negli Stati Uniti, per il quale fra l’altro le case interessate rinunciavano a dichiarare, nella pubblicità, la velocità massima delle proprie vetture sportive. Questa notizia mi ha fatto ripensare a una frase pronunciata da Ford, durante una sua visita in Europa diversi anni fa, e che mi fu così riferita: «Mi chiedo se convenga davvero spendere



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